CULTURA POP
INTERVISTA CON ALISHA BOE + TOMMY DORFMAN
Di Team ASOS, 23 maggio 2018

Questa serie porta alla luce tanti aspetti dell’essere teenager oggi che spesso vengono evitati. Qual è stata la vostra reazione nel leggere la storia?
Tommy: Ricordo di averla letta e aver pensato“Devo farlo. Non ho nessuna esperienza, a malapena ho un agente, ma voglio far parte di questa storia in qualche modo”.
Alisha: Sapevamo sarebbe stata controversa per i temi trattati, ma la rezione era doppia - chi diceva che era controversa e chi che fosse di grande aiuto. La gente si sente scomoda perché non vuole vedere dei teenager affrontare tutto questo e non si è soliti mostrarlo in modo così realistico, ma purtroppo alle volte al liceo accade anche questo.


Come avete affrontato la seconda stagione?
A: Come avrebbe fatto chiunque altro. I nastri di Hannah sono terminati, cos’altro potrebbe venir fuori? Ma c’è così tanta storia inesplorata… Abbiamo ascoltato la versione di Hannah, è una prospettiva che andava assolutamente raccontata, ma ci sono molte altre storie irrisolte.
T: In qualsiasi storia non c’è mai un’unica versione. Ascoltare e vedere sullo schermo quella di Zach o di Ryan contro quella di Hannah aggiunge nuove sfaccettature all’accaduto modificando le prospettive.
Cosa avete imparato sulla storia dalle reazioni della gente?
A: Filmare la prima stagione è stato un corso intensivo sui diritti delle donne e sulla violenza sessuale. Ho cominciato ad aprirmi ed essere onesta con me stessa a riguardo - cos’è la violenza, cosa sono le molestie? Mi ha permesso di avere un dialogo aperto con mia madre, la mia famiglia e i miei amici più vicini.
T: Ho imparato come alle volte i teenager possano sentirsi impotenti e avendo mostrato dei ragazzi che fanno sentire la propria voce, spero che questa serie possa far capire alla gente che si ha il potere di esprimere se stessi a qualsiasi età.

Quali storie in particolare pensate abbiano bisogno di essere rappresentate maggiormente in tv?
T: La disabilità. Ci sono state persone che mi hanno detto “Hey, pensi che nella seconda stagione ci saranno storie di ragazzi con disabilità?” Questa è una realtà che non vedi rappresentata spesso in tv e quando questo avviene è comunque una persona senza disabilità a interpretare quel ruolo. Un po’ come avviene con l’omosessualità nei film e nelle serie tv.
A: A volte semplicemente non è giusto, perché gli attori etero interpretano sia ruoli etero che gay.
T: Esatto. Non che gli attori etero non possono interpretare ruoli gay, ma è giusto che gli attori omosessuali siano liberi di mostrare la propria sessualità esattamente come le persone etero. Il 99% dei ruoli sono etero e il 90% dei ruoli gay sono affidati ad attori etero.

Pictures: Daria Kobayashi Ritch , Styling di Natalie Michaelides & Luke Raymond
E voi due? Siete stati ottimi amici sin dal primo giorno sul set?
A: 13 Reasons Why è stata un’esperienza da non dormirci la notte. Nessuno di noi era preparato agli effetti che avrebbe avuto su noi stessi in primis. Mi reputo fortunata per aver preso parte a questa serie tv, ma devi anche essere preparato a come affrontare il tutto in modo po’ differente dopo. La mia vita è cambiata molto durante gli ultimi due anni e sarebbe stata terribilmente solitaria se non avessi avuto Tommy.
T: Non so cosa avrei fatto se non avessi avuto Alisha. Lei è il motivo per il quale mi sono trasferito qui [a Los Angeles]. È la mia preziosa alleata. Entrambi abbiamo avuto a che fare con le nostre frustrazioni in questo settore. Lei è la persona che possono chiamare e con cui posso sfogarmi liberamente e questo è per me molto importante. Tutti hanno bisogno di sfogarsi ogni tanto.
La seconda stagione di 13 Reasons Why è ora su Netflix